Osborne Clarke, con i partner Giovanni Penzo e Federico Banti, ha vinto in Corte di Cassazione per Linea Group Holding nei confronti di Sider Piombino, confermando le sentenze di merito che avevano accertato l’obbligo di quest’ultima a comprare le azioni oggetto della opzione di vendita esercitata da LGH e la avevano condannata a pagare il prezzo.

Con una recente pronuncia la Suprema Corte ha in sostanza posto la parola fine alla annosa questione della validità delle opzioni put a prezzo fisso.

La Cassazione, sposando le tesi difensive di Osborne Clarke, ha riconosciuto la legittimità dell’opzione di vendita a prezzo fisso a tutela del socio finanziatore, riconoscendo come meritevole di tutela anche il solo scopo di garanzia del recupero dell’investimento ricoperto dall’opzione di vendita.

Questo il principio di diritto statuito dalla Cassazione che pur non modificando il precedente suo orientamento risalente al 1994, va a rafforzare la legittimità delle opzioni put a prezzo fisso (riducendo a casi residuali i potenziali conflitti di tali pattuizioni con il divieto di patto leonino).

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