Infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica: opportunità e obiettivi tra PNRR, Unione europea e iniziativa privata
Published on 21st Mar 2022
Il conflitto ucraino e gli altri fattori che hanno determinato l’esplosione dei prezzi del gas naturale, paragonata da più parti alle crisi petrolifere della seconda metà del secolo scorso, sono destinati ad imprimere una rapida accelerazione verso la transizione energetica, nell'ambito della quale i combustibili alternativi sostenibili e le loro infrastrutture svolgono un ruolo chiave. Non si tratta più soltanto di combattere l'inquinamento atmosferico attraverso l'adozione di nuove soluzioni per la mobilità sostenibile, ma di cambiare celermente passo per superare la crisi energetica, destinata a generare importanti fenomeni inflattivi.
In tale contesto, la realizzazione rapida e continuativa di infrastrutture per l'impiego di fonti alternative è un presupposto fondamentale per sostenere e incrementare ulteriormente la penetrazione nel mercato da parte di veicoli e soluzioni di trasporto sostenibili.
Il processo di elettrificazione
Quando si discute di veicoli elettrici o ibridi, l'attenzione è incentrata prevalentemente sulle misure di sostegno al mercato dell'auto e, in particolare, agli aiuti per l'acquisto di tali categorie di veicoli. Recentissime sono le discussioni sul tema degli incentivi alle auto, tenuto conto che la legge di bilancio 2022 non ha previsto nessun intervento sul punto, tale lacuna che è stata recentemente colmata (seppur secondo alcuni in modo insoddisfacente) dal D.L. 1 marzo 2022, n. 17 (c.d. Decreto Energia) che, nel testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in pari data, ha istituito all'articolo 22 un fondo di 700 milioni di Euro per l'anno 2022 e di 1.000 milioni di Euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030, per investimenti nella filiera del settore automotive finalizzati all'insediamento, alla riconversione e riqualificazione verso forme produttive innovative e sostenibili prevede oggi 700 milioni destinati ai bonus auto.
Argomento, tuttavia, di non minor rilievo è quello infrastrutturale, a cui è correlato il processo di elettrificazione, ossia di sostituzione delle tecnologie che utilizzano combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale) con tecnologie che ricorrono all’elettricità.
Presupposto per una mobilità sostenibile non è soltanto l'acquisto di veicoli elettrici: cambiare auto o trasformare il parco mezzi pubblico comporta anche la necessità di approvvigionarsi di energia elettrica, la cui difficoltà può costituire motivo ostativo allo stesso acquisto o utilizzo.
È per tali ragioni che è stato registrato un andamento crescente tanto delle infrastrutture di ricarica quanto dei veicoli elettrici¹ e una crescente attenzione anche del legislatore alla creazione di un piano strutturale per la mobilità elettrica.
Il PNRR in Italia: i fondi per le infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico
Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) trova ingresso, quale Missione M2, la "Rivoluzione Verde e Transizione ecologica" che ha l’obiettivo generale di favorire la transizione verde del Paese, puntando su energia prodotta da fonti rinnovabili, aumentando la resilienza ai cambiamenti climatici, sostenendo gli investimenti in ricerca e innovazione e incentivando il trasporto pubblico sostenibile.
All'interno della Componente 2 della Missione 2 "M2C2 – Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile" è stato previsto un investimento di 0,74 Mld di Euro nello "Sviluppo infrastrutture di ricarica elettrica" (cfr. M2C2 4.3), la cui attuazione è stata affidata al MITE (Ministero della transizione ecologica).
Siffatta misura è giustificata dall'esigenza di porre rimedio alla limitata incidenza delle infrastrutture di ricarica, pari allo 0,1 per cento sul totale dei veicoli e ha "l’obiettivo di costruire le infrastrutture abilitanti al fine di promuovere lo sviluppo di mobilità sostenibile e accelerare la transizione del modello tradizionale di stazioni di rifornimento basate su carburante verso punti di rifornimento per veicoli elettrici", tenuto conto che "lo sviluppo della mobilità basata su veicoli elettrici rappresenta una rilevante opportunità di decarbonizzazione del settore".
È stato stimato che, per raggiungere gli obiettivi europei in materia di decarbonizzazione e in particolare per rispondere al fabbisogno energetico richiesto dai veicoli elettrici, siano necessari 31.500 punti di ricarica rapida pubblici in vista del previsto aumento del parco circolante di circa 6 milioni di veicoli elettrici al 2030.
La misura si pone lo scopo di sviluppare, entro il 2025, 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada e 13.755 in centri urbani, oltre a 100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia.
Quanto allo stato di attuazione, secondo l'aggiornamento pubblicato dal Ministero, è stata avviata l'analisi per la predisposizione del Decreto attuativo e l'interlocuzione con Invitalia, possibile soggetto attuatore, in vista dell'emissione dell'avviso pubblico per la fornitura di cofinanziamenti per la costruzione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, l'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per l'installazione di infrastrutture di ricarica elettrica e la realizzazione del previsto numero di stazioni di ricarica rapida su superstrade e in zone urbane.
Medio tempore, con D.L. 31 maggio 2021 n. 77 (c.d. Decreto Semplificazioni bis), sono state previste misure di semplificazione che incidono in alcuni dei settori oggetto del PNRR (tra cui la transizione ecologica), al fine di favorirne la completa realizzazione. In forza di tale provvedimento, l’installazione delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici ad accesso pubblico "non è soggetta al rilascio del permesso di costruire ed è considerata attività di edilizia libera" (cfr. l'art. 32-ter aggiunto in sede di conversione dall'art. 1, c. 1, della legge 29 luglio 2021 n. 108). È stato poi previsto, al comma 14-bis inserito all'art. 57 del D.L. 16 luglio 2020 n. 76 (c.d. Decreto Semplificazioni), una richiesta semplificata per il rilascio di un unico provvedimento autorizzativo da parte dell'ente proprietario della strada - entro 30 giorni dall'istanza - che coinvolge sia i lavori per l’installazione delle infrastrutture di ricarica su suolo pubblico, che le relative opere di connessione alla rete di distribuzione (concordate con il concessionario del servizio di distribuzione dell'energia elettrica competente).
La svolta dell'Unione europea sull'infrastruttura dei combustibili alternativi
Da parte sua, l'Unione europea ha preso atto del fallimento della direttiva 2014/94/UE sulla realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi (c.d. direttiva DAFI) – entrata in vigore nel novembre 2014 e recepita in Italia con il D.Lgs. 16 dicembre 2016, n. 257 – responsabile di non aver conseguito l'obiettivo fondamentale di garantire, nell'UE, uno sviluppo coerente del mercato delle infrastrutture per i combustibili alternativi e di non aver posto rimedio alla frammentarietà del mercato interno, in cui persiste la mancanza di una rete interconnessa e interoperabile senza soluzione di continuità di infrastrutture per i combustibili alternativi, situazione che costituisce un ostacolo alla crescita necessaria del mercato dei veicoli, delle navi e degli aeromobili a basse emissioni e a zero emissioni².
Con l'obiettivo di conseguire un miglioramento del quadro giuridico, finalizzato a consentire una realizzazione adeguata di infrastrutture per i combustibili alternativi e incentivare gli investimenti nelle tecnologie sostenibili, la Commissione europea ha presentato il 14 luglio 2021, nell'ambito del pacchetto clima ed energia 2030 "Fit for 55" (formulato per raggiungere l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990), la proposta di Regolamento COM(2021) 559 final sulla realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi, volta ad abrogare la direttiva DAFI.
Quanto allo strumento normativo, la trasformazione della direttiva, che necessita del recepimento da parte degli Stati membri, in un Regolamento direttamente applicabile ha quale fine il raggiungimento della massima armonizzazione della disciplina in materia. Quest'ultima si incentra su alcuni punti chiave:
(i) la garanzia di una copertura minima di punti di ricarica accessibili al pubblico e interoperabili dedicati ai veicoli leggeri e pesanti per il trasporto su strada sul territorio degli Stati membri lungo i corridoi europei TEN-T (le reti trans-europee di trasporto il cui completamento della rete Core è previsto per il 2030);
(ii) l'espansione della capacità di ricarica in linea con le vendite di auto a zero emissioni e l'installazione di punti di ricarica e rifornimento a intervalli regolari sulle principali autostrade (ogni 60 chilometri per la ricarica elettrica e ogni 150 chilometri per il rifornimento di idrogeno) per assicurare che i conducenti siano in grado di ricaricare o rifornire i loro veicoli presso una rete affidabile;
(iii) la garanzia, fino al 1° gennaio 2025, di una copertura minima di punti di rifornimento accessibili al pubblico per il gas naturale liquefatto dedicato ai veicoli pesanti sulla rete centrale e globale TEN-T;
(iv) la facilità d'uso delle infrastrutture di ricarica. Ciò include disposizioni sulle opzioni di pagamento, la trasparenza dei prezzi e l'informazione dei consumatori, le pratiche non discriminatorie, la ricarica intelligente e le regole di segnalazione per la fornitura di elettricità ai punti di ricarica.
È, inoltre, previsto un meccanismo di credito per promuovere la mobilità elettrica, il quale prevede l'assegnazione di crediti - che possono essere venduti ai fornitori di carburanti fossili - agli operatori che forniscono elettricità da fonte rinnovabile ai veicoli, tramite stazioni di ricarica pubbliche.
Allo stato, è in corso in Commissione l'esame in prima lettura del provvedimento e dei suoi emendamenti da parte del Parlamento europeo, con la prospettiva che la proposta di normativa possa essere esaminata nel corso della sessione plenaria del prossimo mese di luglio.
Si auspica che tale approvazione avvenga in tempi brevi in modo da semplificare le procedure e di pervenire al più presto ad una implementazione delle infrastrutture di ricarica in grado di supportare la prevista crescita dei veicoli elettrici.
Lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica private
Sia il PNRR sia la disciplina europea sono concentrate sulle infrastrutture di ricarica su suolo pubblico o privato ad accesso pubblico.
Vi è, tuttavia, un fenomeno che, pur presentando alcune criticità, ha potenziali margini di crescita soprattutto in considerazione delle spinte innovative del mercato che offre costantemente nuove soluzioni anche sotto il profilo tecnico: le ricariche private o accessibili con limitazioni all’utenza. Fanno parte di tale categoria le colonnine utilizzabili esclusivamente dallo staff di un'azienda o dai soli clienti di strutture turistico-ricettive, incluse quelle dotate di tecnologia c.d. vehicle to grid (approfondimento su questa tecnologia qui) A queste si aggiungono, inoltre, le infrastrutture di ricarica privata domestica. Quest'ultima rappresenta la scelta preferita dalla maggior parte dei proprietari di veicoli elettrici, ma, pur non richiedendo particolari interventi di adeguamento – tra di essi, l'installazione di una piccola stazione di ricarica a muro (wallbox) e l'eventuale aumento della potenza dell'impianto (6 kW per le auto di maggiori dimensioni) –, è vincolata alla disponibilità di un box privato o di uno spazio sufficientemente ampio e dotato di una presa di corrente.
Conclusioni
La crescita è destinata a proseguire aritmo sempre più accelerato, aprendo nuove opportunità e obbligando a guardare lontano nella prospettiva di una transizione ecologica che non può che passare da una transizione energetica.
È proprio di questi giorni l'annuncio della Germania di piani per il raggiungimento del 100% di energia pulita entro il 2035 e la presentazione da parte della Commissione europea di una strategia energetica aggiornata che sottolinea la necessità di aumentare ulteriormente la quota di energie rinnovabili, rispetto agli ambiziosi obiettivi già fissati.
Note
¹ Si veda in tal senso il Report pubblicato nel gennaio 2022 da Motus-e, associazione in Italia costituita da operatori industriali, filiera automotive, mondo accademico e movimenti di opinione per fare sistema e accelerare il cambiamento verso la mobilità elettrica.
² In tal senso, cfr. Progetto di Relazione del 14 febbraio 2022 della Commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi, che abroga la direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (COM(2021)0559 – C9-0331/2021 – 2021/0223(COD)).
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