Crisi di Governo. Superbonus e le altre misure a rischio
Published on 26th Jul 2022
- Nelle giornate del 20-21 luglio si è aperta la crisi del governo di unità nazionale guidato da Draghi, che – secondo quanto comunicato dal Quirinale – rimarrà in carica fino alla formazione di un nuovo esecutivo, "per il disbrigo degli affari correnti".
- L'attuale governo avrà il compito di garantire la gestione amministrativa ordinaria degli affari di governo, senza – ad esempio – poter esaminare nuovi disegni di legge e/o approvare decreti legge, ministeriali e /o governativi, salvo che per ragioni di necessità ed urgenza, ovvero nel caso in cui lo preveda un obbligo assunto dall'Italia a livello internazionale.
- Quali sono gli effetti delle dimissioni di Draghi in relazione alle riforme portate avanti negli ultimi mesi dal suo governo e alle misure e ai provvedimenti che erano attesi proprio in questi giorni?
I timori legati al Superbonus e alle relative cessioni
Per quanto riguarda il Superbonus (per ulteriori dettagli su tale agevolazione introdotta con il Decreto Rilancio, n. 34/2020, consultare l'approfondimento pubblicato lo scorso ottobre qui), l'unica cosa certa è che il mercato ha sinora ricevuto messaggi contrastanti o – quantomeno – non proprio rassicuranti, tanto che, proprio nel corso del suo intervento del 20 luglio al Senato, il Presidente del Consiglio uscente ha precisato che "il problema non è il superbonus ma i meccanismi di cessione che sono stati disegnati. Chi ha disegnato quei meccanismi di cessione senza discrimine e senza discernimento è lui, o lei o loro sono i colpevoli di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti", non considerando – però – i provvedimenti di correzione adottati dal proprio governo – anche attraverso il meccanismo del voto di fiducia – per regolamentare, restringere e nuovamente tentare di liberalizzare il meccanismo della cessione dei crediti.
Basti pensare che solamente lo scorso 15 luglio è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge n. 91/2022, che ha convertito, con modificazioni il decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50 (il cosiddetto Decreto Aiuti).
Le principali novità della legge di conversione del Decreto Aiuti
Tra le principali novità apportate dalla legge 91/2022 in materia di Superbonus, troviamo:
- La portata di tale modifica normativa è retroattiva, ma solo in parte. Infatti, l'art. 57 della legge 91/2022 specifica che le disposizioni relative alla cessione dei crediti da parte delle banche si applicano solo alle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura inviate all'Agenzia delle Entrate a partire dal 1° maggio 2022.
- Una proroga di 3 mesi per poter essere ammessi alle detrazioni previste dal Superbonus, rispetto a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2022. In particolare, per gli interventi effettuati sulle villette unifamiliari (ossia le "unità immobiliari dalle persone fisiche"), con la modifica del secondo periodo dell'articolo 119, comma 8 bis del Decreto Rilancio la detrazione del 110% spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, a condizione che entro il 30 settembre 2022 siano stati effettuati almeno il 30% dei lavori complessivi, tra cui possono rientrare anche quelli non agevolati al 110%.
- Più libertà in relazione alle cessioni (sia nel caso di sconto in fattura, sia nel caso di cessione di crediti di imposta). Alle banche, ovvero alle società appartenenti ad un gruppo bancario iscritto all'albo di cui all'articolo 64 del Testo Unico Bancario (il decreto legislativo 385/1993) è sempre consentita la cessione a favore di soggetti diversi dai consumatori o utenti – ossia, secondo la definizione contenuta nel codice del consumo, le persone fisiche che agiscono per scopi estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta – che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa, ovvero con la banca capogruppo, senza facoltà di ulteriore cessione. Conseguentemente, alle banche sarà consentito cedere il credito a tutti i propri clienti diversi dai consumatori o utenti.
Il blocco del mercato: cosa aspettarsi dal prossimo governo
Il governo che succederà a quello uscente avrà il difficile compito di decidere se donare nuova linfa vitale al Superbonus e al meccanismo delle cessioni, ovvero – sulla linea del governo Draghi – apportare ulteriori correttivi alle cessioni e agli stessi fondi stanziati a copertura della misura.
Ricordiamo che, infatti, fu lo stesso governo presieduto dall'ex presidente della Banca Centrale Europea ad imporre una stretta sulle cessioni con il Decreto Sostegni-ter (qui l'approfondimento dello scorso febbraio), limitando le cessioni del credito imposta successive alla prima.
I meccanismi di cessione condannati da Draghi durante il suo discorso in Senato sarebbero quindi stati modificati più volte dal suo esecutivo, prima con il Decreto Sostegni-ter, poi con il Decreto Aiuti. A ben vedere, sono state proprio le limitazioni apportate con il Decreto Sostegni-ter a far crollare la fiducia del mercato nel Superbonus, fiducia che difficilmente potrà essere riconquistata in virtù della limitazione al termine del 1° maggio prevista in relazione alla comunicazione della prima cessione o dello sconto in fattura inviate all'Agenzia delle Entrate.
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